Le Fragilità “invisibili” agli occhi

Le disabilità fisiche si vedono. Le fragilità psicologiche sono “invisibili agli occhi”.
All’interno di un contesto scolastico in cui i bambini sono in una fascia di età compresa tra i 6 e gli 11 anni, le disabilità fisiche vengono immediatamente percepite e la persona che ne è portatrice, viene automaticamente giustificata e protetta dal gruppo-classe, anche se ha comportamenti scorretti.
I compagni riescono “addirittura” a digerire eventuali “diversi criteri di valutazione” e una  maggiore tollerabilità da parte degli Insegnanti.

Ma se le difficoltà sono legate alla sfera psicologica, cioè se siamo di fronte (per esempio) ad una sindrome ansiosa , oppure a disturbi di comportamento,  a difficoltà affettivo/relazionali,   o ancora ad una autostima che rasenta il nulla, l’accoglienza da parte dei compagni è minima se non addirittura assente. Questo accade non perché i compagni sono insensibili:  accade perchè fragilità del genere non si vedono, non sono palesi come una sedia a rotelle.
In questi casi è assolutamente necessario che gli adulti scendano in campo per mediare e attivare percorsi che possano far capire al gruppo classe che gli occhi talvolta non riescono a vedere alcune fragilità che comportano disagio per chi le vive.

Un po’ di anni fa mi è capitato di dover progettare un percorso laboratoriale  (dal titolo “Tutti dentro”) – il cui obiettivo principe era: far maturare nei bambini un diverso atteggiamento nei confronti dell’altro, far crescere sentimenti di rispetto e solidarietà; far comprendere che ognuno di noi ha punti deboli per cui si ha bisogno di essere aiutati e punti di forza con i quali si può aiutare.
Nessuno ha solo punti di forza!
Pertanto si deve imparare ad essere sempre “in ascolto”, attenti nei confronti di chi ci sta vicino, e chiedersi se dietro a comportamenti scorretti, inadeguati non ci siano criticità che possono diventare visibili, solo se abbiamo veramente voglia di approfondire il rapporto di amicizia, mostrando un atteggiamento di apertura e accoglienza.
https://www.crionda.it/laboratori/tutti-dentro/

Sono sicura che si possano trovare varie strategie per sensibilizzare i bambini in questo ambito. Pertanto se qualche Educatore o Insegnante avesse già affrontato una situazione del genere e volesse condividere l’esperienza, regalando così possibili spunti, sappia che questo spazio è a disposizione, anzi ne sarei veramente grata.

Obiettivo di Crionda è diventare un punto di scambio e confronto.