“Arturo e Martino”, amici per sempre

 

In un grande bosco con alberi alti e dalle folte chiome, viveva un uccellino che, nonostante si trovasse bene e avesse tanti amici, sentiva forte il desiderio di partire in cerca di nuove avventure.
L’uccellino si chiamava Arturo.

1 arturo parte allavventura
Prima di  partire, preparò una piccola sacca piena di semini da mangiare durante  il viaggio.
Per giorni e giorni volò incontrando nuovi boschi, paesi e uccellini che diventarono suoi amici.
Un giorno in cui faceva molto caldo, dopo aver  volato per ore, Arturo era in cerca di un albero per riposare al fresco della sua ombra.
Volava, volava ma c’erano solo campi e prati senza alberi.
Quando ormai stanco e stremato, pensava di non farcela più, avvistò un piccolissimo cespuglio: si mise subito al riparo dai cocenti raggi del sole.
Mentre riposava, pensò che era un posto molto bello quello in cui si era fermato: si vedevano le colline, c’erano tanti fiori profumati e si sentiva il dolce suono dell’acqua di un ruscello che scorreva lì vicino.
Ma senza un albero, nessun uccellino avrebbe mai potuto abitarci.
Dopo poco Arturo ebbe un’idea: sacrificò alcuni semini che si era portato come cibo e li piantò, sperando che fra loro ci fosse anche il seme di un grande albero.
Così, con il becco, scavò una piccola buca, vi mise i semini e la ricoprì di terra.

2arturo pianta alcuni semi
Poi aspettò il vento che avrebbe portato le nuvole, con le nuvole sarebbe arrivata la pioggia e poi il sole per riscaldarli.
Arturo, con tanta pazienza e amore, aspettò il vento, la pioggia, il sole…

3arturo attende il vento la pioggia il sole

Fino a quando finalmente vide un tenero germoglio spuntare:
l’uccellino era felicissimo e cominciò a volargli attorno cinguettando.
Da quel giorno protesse quella piccola pianta che, dopo anni, diventò un meraviglioso albero.
Arturo lo chiamò: MARTINO.

MARTINO era un CILIEGIO.

Arturo andò ad abitare fra i suoi rami e diventarono amici per sempre!

4 arturo e martino diventano amici per sempre

 

 

NUOVI ABITANTI PER MARTINO

”…Ecco, l’ultimo legnetto e il nido è fatto.”
Eh si, Arturo per giorni aveva volato fra i prati e i campi in cerca di piccoli legnetti e paglia per costruire la sua casa, fra la folta chioma di Martino.
Stava per arrivare l’autunno e l’uccellino aveva scelto uno dei rami più bassi perché, pensando alle giornate piovose e ai primi freddi, si sentiva più riparato e sicuro.
Il nido era perfetto, ma che fatica! A quel punto, Arturo si concedette un po’ di riposo e, senza rendersene conto, comodo comodo, si addormentò.
”SCRAAAC! SPAM!…AHI; CHE BOTTA!”

5 arturo cade dal nido

Furono questi rumori strani e un grido di dolore, a svegliare l’uccellino  che, dallo spavento, cadde dal nido.
Quando si riprese dalla caduta, sgranò gli occhi nel vedere impigliato fra i rami di Martino, un grosso gufo.

6 il gufo finisce fra i rami di martino

”Ehi, ma tu chi sei?” chiese Arturo.
”Ottavio, sono Ottavio…ahi ahi..” disse il gufo lamentandosi.

“Ma come hai fatto a sbattere, ti sei rotto un’ala?”disse preoccupato Arturo.
”No, le ali sono a posto, è che sono un uccello notturno e la luce del giorno mi ha quasi accecato. Ecco perché ho sbattuto contro questo albero.”
”Se sei un animale notturno, cosa ci facevi in giro di giorno?”
”Uffa, quante cose vuoi sapere!” borbottò Ottavio.”
”Scusa, è che sono un uccellino curioso.”disse Arturo imbarazzato.

Appena si riprese dalla botta, il gufo Ottavio raccontò: “Stavo scappando da un bosco in fiamme. Ero con due amici. Ora sono un po’ preoccupato perché non li vedo arrivare”.
”Amici? Hai degli amici? Chi deve arrivare?” cinguettò Arturo.
” Lele, uno scoiattolo e Nino, un riccio. Anche se si divertono  sempre a farmi scherzetti, a quei due animaletti sono molto affezionato.”
”E perché non sono qui con te?” chiese l’uccellino.
”Mi ero allontanato in volo per cercare di  avvistare dall’alto un posto in cui ripararci. Poi dovevo tornare da loro e indicare la strada. Ma adesso come faccio, sono ancora tutto dolorante…”
Ascoltato con attenzione il gufo, Arturo senza esitazioni, disse: “Se mi indichi la direzione da cui sei venuto, li vado a cercare io!”.
”Davvero lo faresti?” chiese Ottavio meravigliato da tanta generosità
”Certo!” disse Arturo che si mise subito in viaggio e, dopo poco, avvistò Nino e Lele.

7 arturo incontra lele e nino
”Ehi, mi sentite? Sono quassù! Mi manda Ottavio, sono qui per guidarvi verso un albero che vi riparerà.” Intanto aveva cominciato a piovere.
Lele e Nino seguirono Arturo che li accompagnò da Martino e Ottavio.
Quando il gufo li intravide, gli scappò un grido di gioia e, piano piano, scese sul prato per riabbracciarli.

8 ottavio nino e lele si ritrovano

Erano tutte e tre molto felici.
Arturo e Martino li guardavano: era bello sentire le loro voci.
L’uccellino, dopo un po’ chiese : “Ma quando avrà smesso di piovere, ripartirete? No perché a Martino e anche a me, piacerebbe avere un po’ di compagnia…”
I tre amici si guardarono attorno, il paesaggio era davvero molto bello, poi alzarono lo sguardo fino ad arrivare ai rami più alti di Martino: il ciliegio era proprio maestoso. Sarebbe stato un posto certamente rassicurante e accogliente.
”Beh” disse Lele “in effetti non è male questo posto…uh, guardate, c’è un punto del tronco in cui potrei costruirmi la tana”.
”Ci sarebbero rami adatti per costruire un nido” osservò Ottavio.
” Ma tu Nino, dove andresti? I ricci non abitano sugli alberi…”.

“Però “ fece notare Arturo “se raccogliamo rametti, muschio, foglie secche  e le mettiamo vicino al tronco di Martino, Nino potrà costruirsi la sua tana”.
”Effettivamente si può fare. Dai, uniamo le forze!” disse Ottavio.
”D’accordo!” urlò con energia Lele.
E così fecero. Dopo pochi giorni, i nuovi abitanti del grande ciliegio, erano sistemati. Tutti erano entusiasti, iniziava una nuova vita.
Arturo e Martino già immaginavano quante avventure avrebbero vissuto con i loro nuovi amici…

 

ARTURO E MARTINO: FRUTTINFESTA

 

Era già da un po’ di giorni che i tre nuovi amici Ottavio, Lele e Nino, abitavano insieme a Martino e Arturo.

 Ottavio, da  buon gufo saggio, dispensava consigli anche quando non erano richiesti; Lele e Nino, invece, erano due giocherelloni e amavano fare scherzetti e dispetti. La loro vittima preferita?

9 ottavio e arrabbiato con lele e nino

Naturalmente Ottavio il quale, per vendicarsi, parlava per intere notti facendo rimanere tutti svegli.

10 Ottavio parla tutta la notte

Nonostante ciò, le cose andavano piuttosto bene e questa deliziosa convivenza andava decisamente festeggiata!

Allo scoiattolo Lele venne un’idea: “Perché non facciamo una festa?”

“Siiiiiiiiiii!” dissero tutti in coro. “Potremmo decorare Martino con la frutta che riusciamo a raccogliere” disse Arturo.

“Ma siamo in autunno, non c’è tanta frutta…magari fosse estate…” sospirò Nino il riccio!

“Ecco “ disse Ottavio “sei il solito asino! In autunno c’è tantissima frutta: uva, pere, melagrane, cachi, castagne, noci…Ah, come al solito devo sempre spiegare tutto!”.

“E soprattutto” aggiunse Arturo ”l’autunno tinge il paesaggio di colori bellissimi: giallo, rosso, arancione… guarda le foglie di Martino sono state tutte pennellate. E’ meraviglioso!!!”.

11 martino e i suoi colori autunnali

Insieme cominciarono subito ad organizzare le ricerche che sarebbero state un po’ difficoltose, perché Martino era l’unico albero presente nel bel mezzo di una grandissima distesa di prati…quindi boschi e frutteti erano molto distanti.

I quattro animali ,però, erano fortemente decisi a festeggiare la loro amicizia.

Ci volle molto tempo per raggiungere una raccolta sufficiente per decorare Martino, ma alla fine lo sforzo fu ripagato: Martino era stupendo! E per vari giorni i quattro amici si abbuffarono di succosi frutti…. Con quelli rimasti cominciarono a fare provvista per l’inverno.

Ottavio aveva ragione! Anche in autunno, attaccate agli alberi, ci sono cose speciali! E Martino era molto orgoglioso dei suoi nuovi colori.      

12 martino decorato con i frutti autunnali

 

IL PICCHIO POSTINO 


Sandro doveva consegnare una cartolina a Martino.

Ma chi era Sandro? 
D’altro canto, Sandro si chiedeva dove potesse trovare Martino.

Allora, andiamo con ordine: Sandro era un simpatico picchio postino che lavorava all’interno di un grande bosco.

 

14 il picchio sandro


Agli uccellini e agli animaletti di questo bosco, piaceva molto inviare saluti e notizie agli amici.

Cosi, ogni giorno, Sandro volava per ore con la sua sacca piena di lettere e cartoline.

Un giorno Beppe, un simpatico passerotto, gli chiese di consegnare una cartolina di ringraziamento ad un grande albero di nome Martino che si trovava al centro di una collina parecchio lontana dal loro bosco.
Sandro era abituato a fare viaggi brevi per questo, Beppe, gli diede acqua e cibo, in modo che potesse recuperare le energie durante il viaggio.

 

15 beppe consegna al postino sandro la cartolina


Una volta spiegato il tragitto da compiere Beppe lo salutò:”Grazie Sandro e mi raccomando, ricordati di dire a Martino che presto tornerò a trovarlo”.
Martino era l’unico albero al centro di una verde collina. Beppe, durante un viaggio fatto per andare a trovare dei vecchi zii che abitavano in un luogo lontano, si era fermato tre giorni al fresco dei rami di Martino. Naturalmente aveva conosciuto anche gli abitanti del ciliegio: aveva fatto lunghe chiacchierate con Arturo, ascoltato i saggi discorsi di Ottavio e scherzato con Lele e Nino, i due mattacchioni del “condominio”.
Insomma era stata proprio un’esperienza da ricordare con calore ed affetto.
Sandro partì, volò e volò ancora; si dovette fermare più volte per chiedere informazioni e per concedersi un po’ di riposo.

Poi, finalmente, cominciò ad intravedere una collina tutta ricoperta di erba verdissima con un unico albero che si ergeva alto e fiero.
Eccolo il ciliegio Martino: era veramente bellissimo!
Le foglie pennellate qua e là di giallo arancio e rosso, ricoprivano i forti rami.

 

16 sandro consegna la cartolina a martino


Buongiorno, avrei una cartolina per te. Non sto sbagliando vero? Sei Martino?”.
Si sono Martino e tu?”.
Oh scusa, mi chiamo Sandro e la cartolina te la manda Beppe il passerotto”.
Martino sorrise, era la prima volta che riceveva una cartolina.
Chiamò subito i suoi quattro inquilini e insieme risposero all’amico Beppe.
Anche Sandro decise di fermarsi qualche giorno fra i rami di Martino, sui quali c’era un’atmosfera proprio gradevole e accogliente.
Poi Sandro riparti’ con una lettera per Beppe nella sacca.
Salutando promise di tornare molto presto, magari insieme a Beppe.
A presto!” gridarono Arturo, Ottavio, Lele, Nino e naturalmente Martino.

 

17 sandro saluta martino e tutti i suoi abitanti

 

 

 

LE SCIARPE DI GELSOMINA

 

GNIC!…GNIC!…GNIC!…GNIC!…GNIC!…

“Schhhhh” disse Ottavio che stava dormendo nel so comodo nido.

GNIC!…GNIC!…GNIC!…GNIC!…GNIC!…

“Silenzio!” ripetè aprendo un occhio.

GNIC!…GNIC!…GNIC!…GNIC!…GNIC!…

“Ehi,ma chi è che fa questo rumore?” sbraitò questa volta il gufo.
“Lele? Nino?…se è uno dei vostri scherzi giuro che ve la faccio pagare!”
“Ottavio,cos’hai da urlare tanto?” chiese Nino che era spuntato dalla sua tana.“Hai forse degli incubi? Lo dicevo io che ieri sera hai mangiato troppo e adesso, con la pancia piena, fai brutti sogni”.
“Ma come ti permetti? Io non ho mangiato troppo! Sei tu a fare  rumori che non mi lasciano dormire.”
Intanto erano rientrati Arturo e Lele da un’impegnata ricerca di cibo. Si, l’inverno era ormai alle porte: Martino aveva perso tutte le foglie e i suoi quattro inquilini da un pò di tempo, stavano raccogliendo semi, noci, ghiande e tutto ciò di cui avrebbero avuto bisogno per superare il freddo.
“Cosa succede Ottavio, non riesci a dormire? Mangiato troppo eh…?” disse Lele.
“Anche tu? Ma guarda che insolenti!”. “Scusa, stai calmo, ti arrabbi subito!” lo rimbeccò.
Ormai Ottavio aveva lasciato il sua caldo nido:”Io non riesco a dormire perchè da un po’ sento uno strano rumore” spiegò.
“Rumore? Quale rumore? Sarà la tua pancia” disse Lele che insieme a Nino cominciò a ridere a crepapelle.
“Brutti screanzati, adesso scendo e vi do un beccata sul muso!”.
“Bastaaaaa, un po’ di silenzio!” disse Arturo richiamando tutti all’ordine:”Con i vostri schiamazzi come facciamo a sentire il rumore?”.
Lele mise al sicuro nella sua tana il cibo raccolto insieme ad Arturo, poi raggiunse gli altri. Tutti con le orecchie ben tese, rimasero ad ascoltare e dopo un po’…

GNIC!…GNIC!…GNIC!…GNIC!…GNIC!…

“Eccolo! Eccolo! E’ questo il rumore che sentivo”.
“Beh, a pensarci bene, anch’io avevo sentito qualcosa nei giorni scorsi” disse Arturo “Ma pensavo fosse Lele che rosicchiava le noci”.
“Proviamo a capire da dove arriva” disse Ottavio che insieme agli altri cominciò piano piano a cercare fra i rami.
Nino che essendo un riccio, non poteva arrampicarsi, rimasi ai piedi di Martino in attesa di notizie:”Trovato qualcosa?” urlò dopo un po’.
“No niente” rispose Lele.
A mano a mano che risalivano l’albero, il rumore si faceva sempre più intenso.

GNIC!…GNIC!…GNIC!…GNIC!…GNIC!…

Finalmente, in uno dei rami più alti, venne svelato il mistero:” Buon giorno” disse una piccola ragnetta che, con aria serena, stava lavorando a maglia e aveva quasi finito una bellissima sciarpa di lana color rosso fuoco.
I tre animaletti con gli occhi spalancati dissero in coro:” E tu chi sei? E da quanto tempo sei qui ?”.

18 gelsomina e le sue sciarpe

“Mi chiamo Gelsomina, è da un po’ di giorni che sono su questo ramo e mi diverto ad ascoltare tutte le vostre chiacchiere”.
“Ecco che cos’era quel solletico che sentivo da un pò” pensò Martino.
Infatti, appena  arrivata, Gelsomina fece un bel po’ di volte su e giù da alcuni rami, impegnata nella costruzione della sua casa: una perfetta e geometrica ragnatela. Vicino a Gelsomina c’era una fila di sciarpe coloratissime. “Complimenti!” disse Arturo “Sono proprio bellissime le tue sciarpe”.

19 gelsomina incontra tutti gli abitanti di martino

Intanto Lele ne aveva già fatta scivolare una attorno al suo collo:”Sono anche molto morbide” aggiunse lui.

20lele sente la morbidezza di una sciarpa di gelsomina

“Vi piacciono davvero? Beh allora sceglietene una: è un  piccolo regalo per tutti voi”.
“Ne servirebbe un’altra” disse Arturo.
“Si” continuò Ottavio “c’è un riccio che ci aspetta laggiù ai piedi di Martino”.
“Oh lo so, vi aspetta Nino” rispose Gelsomina “E ho sentito anche gli scherzi che insieme a Lele si diverte a fare al gufo Ottavio”.
Lele arrossi’:”Facciamo scherzi, ma gli vogliamo molto bene!”.
“Dai” disse Arturo “Raggiungiamo Nino. Vieni Gelsomina andiamo a fare merenda tutti insieme”.
Poi Arturo si rivolse al ciliegio:”Ehi Martino, mi sa proprio che hai una nuova inquilina”.
Martino fece l’occhiolino e da quel giorno gli abitanti furono cinque.
Finita la merenda decisero di avvolgere anche il tronco di Martino in una bella sciarpa: per lui la scelsero multicolore.

21 martino indossa una sciarpa di gelsomina

 

 

NATALE CON SORPRESA

 

…“Uh guardate!” urlò Lele che era uscito per un attimo dalla tana:”Nevica. Che bella la neve!”. E mentre pronunciava le ultime parole era già in mezzo al prato che velocemente si stava imbiancando.

22lele si gusta la neve che scende

Insomma: l’inverno era proprio arrivato e i cinque amici si erano ben organizzati per affrontarlo.
Poiché i nidi di Ottavio e Arturo non avrebbero riparato dal freddo intenso, fu presa la seguente decisione: andava ingrandita la tana di Nino il riccio in modo che potesse accogliere tutte e cinque gli inquilini. La tana di Lele, al centro del tronco, sarebbe diventata il magazzino per tutte le cibarie raccolte in autunno.

23 la tana di lele diventa magazzino per le cibarie

Così fecero e ci volle molto tempo e tanti sforzi per ingrandire la tana in modo che ognuno di loro avesse un proprio angolo comodo e confortevole.

24 la tana di nino ingrandita

Erano soddisfatti dei risultati ottenuti anche se, all’inizio, erano un po’ preoccupati al pensiero di convivere in cinque nella stessa casa con : Nino e Lele che si divertivano a stuzzicare Ottavio; Ottavio che di notte amava fare lunghe disquisizioni su argomenti che solo lui conosceva; Gelsomina che sferruzzava tutto il giorno deliziando con il suo: GNIC!…GNIC!…GNIC!…GNIC!…GNIC. E poi non dimentichiamo che Nino era un riccio e quindi occorreva stare sempre all’erta, pronti ad evitare i suoi simpatici ma pungenti aculei.
Grazie alla calma di Arturo che riusciva a riportare ordine nei vari momenti di tensione e ad una buona dose di tolleranza da parte di tutti, le cose stavano procedendo molto bene.
Con l’inverno si avvicinavano anche le feste di Natale; gli abitanti di Martino erano in grande fermento. Arturo era andato in cerca di bacche rosse e pigne con le quali Lele e Ottavio avevano poi decorato i rami del ciliegio.

25 Martino viene decorato per festeggiare il natale

Intanto Nino e Gelsomina si stavano occupando del menù della vigilia di Natale.
C’era una atmosfera appassionata e allegra anche se, in ognuno di loro, si presentava qualche piccola nota malinconica: Arturo, Ottavio, Lele, Nino e Gelsomina ormai avevano messo radici sulla collina dell’albero Martino ed erano felici; ma erano nati e cresciuti in boschi molto lontani all’interno dei quali avevano lasciato affetti e care amicizie.
Si sa, le feste fanno sempre venire anche un po’ di nostalgia.
Comunque, i cinque inquilini formavano ormai un gruppo unito e questo era sufficiente per soffiare via ogni malinconia.

24 Dicembre: era tutto pronto, nella tana c’era un bella tavola apparecchiata con una elegante tovaglia bianca e rossa, ricca di tante buone cose da mangiare.
Arturo aveva acceso anche le candele. “Nino!Lele! Basta giocare con la neve venite dentro!” gridò Ottavio.
I due giocherelloni stavano tirandosi palle di neve e costruendo pupazzi.
Era la vigilia di Natale e decisero di non fare arrabbiare Ottavio cosi, al suo primo richiamo, entrarono,si riscaldarono un po’ e si fecero carini per la cena.
Anche Gelsomina aveva impreziosito la sua nera testolina con un delizioso fiocco dorato.
Si misero a tavola:”Buon Natale a tutti!” disse Arturo.
“Buon Natale a te!” risposero in coro gli altri.
Ma proprio mentre cominciarono a banchettare, sentirono bussare alla porta.
Si guardarono con aria stupita. C’era qualcuno fuori che aveva bussato?
No, impossibile. Era buio, freddo e stava nevicando fortissimo.
“Sarà stato il vento” disse Ottavio.
“Oppure, qualche pigna attaccata ai rami di Martino sarà caduta” aggiunse Nino.
Ripresero la cena.

TOC, TOC, TOC…

No, avevano proprio bussato:”Ma chi può essere così matto da viaggiare in una notte tanto fredda?” disse Gelsomina.
Arturo andò ad aprire e… SORPRESA: sulla soglia di casa si presentarono Beppe e Sandro entrambi congelati..

26 la notte della vigilia di natale arrivano sandro e beppe

Prima di fare qualsiasi genere di domanda, Nino e Ottavio si diedero da fare per asciugare gli amici appena arrivati; Arturo preparò un buon te caldo e Gelsomina andò di corsa a prendere due delle sue morbide sciarpe con le quali si sarebbero subito riscaldati:”Ma come avete fatto a volare fin qui con questo freddo?”.
“Avevamo troppa voglia di vedervi!” dissero Beppe e Sandro.
Furono aggiunte due sedie attorno al tavolo:che bello avere due amici in più con cui condividere quella magica notte.
Rimasero a chiacchierare a lungo e non solo quella notte, ma per parecchi giorni.
Poi, con l’inizio del nuovo anno, Sandro e Beppe ripartirono.
“A presto e grazie di tutto!”.
E con le calde sciarpe di Gelsomina al collo, fecero ritorno al loro bosco.

27 sandro e beppe salutano e tornano a casa

 

GINA E CATERINA…..SENSAZIONI DI PRIMAVERA

 

RATATATAPUM…”AHI !Ottavio , stai attento!” si lamentò Arturo  sulla cui testa era appena caduto un ammasso di legnetti.

“Scusa” mugugnò il gufo “E’ che  stavo sistemando il nido. E’ molto più difficile di quanto pensassi…io non l’ho mai fatto.

Eh si, l’inverno da qualche giorno aveva lasciato posto alla primavera così, i cinque amici avevano cominciato a risistemare le loro case. Arturo e Ottavio stavano intrecciando legnetti per rinforzare i nidi. Pioggia, neve e vento forte, li avevano in parte distrutti.

28 pulizie primaverili

Lele stava spazzando la sua tana piena di briciole di cibo in quanto era stata utilizzata come magazzino per le provviste invernali.

Nino toglieva la paglia che era stata portata nella sua casa per ricoprire il pavimento e renderlo caldo.

Infine Gelsomina stava pazientemente ricostruendo la sua ragnatela . finalmente poteva sgranchirsi le zampette: bella la primavera!

Ultimati i lavori, decisero di consumare una merenda tutti insieme…e mentre stavano mangiando,  la loro attenzione  fu attirata da una interessante discussione che si stava svolgendo qualche ciuffetto d’erba più in là: “Etciù…etciù…Etciù!!!Uhmmmm la primavera…che noia! Mi fa venire starnuti, pruriti, dermatiti,  congiuntiviti…il caldo mi fa sudare e che FATICA portarsi dietro questa casa. ACCIDENTI!”.

Chi aveva parlato era una chiocciola che stava avanzando in direzione di Martino e mentre strisciava nervosa una voce misteriosa disse: “Allora apprezzerai l’inverno!”.

“L’inverno? Mi piace l’inverno? PUAH!!! Il freddo pungente e la neve ghiacciano le mie antenne e il fango sporca tutta la mia casa…a proposito, chi ha parlato?

“Ciao, mi chiamo Caterina”

“Caterina chi?” urlò la chiocciola. “Sono quassù!”rispose Caterina.

Spazientita Gina, così si chiamava la chiocciola, roteava le antenne di qua e di là poi, buttando lo sguardo verso il cielo,  spalancò la bocca: davanti a sè c’era la farfalla più bella che avesse mai visto! Le ali di colore turchese erano piene di piccole pagliuzze argentate così, quando sbatteva le ali,  era circondata da un alone sbrilluccicante. Appariva come qualcosa di magico.

32 gina incontra la farfalla caterina

“C…CI…CIAO…come hai detto cheti chiami?” . “Mi chiamo Caterina e scusa se mi sono intromessa, ma brontolavi così forte che non ho potuto fare a meno di sentire. Mi spiace che la pensi così. Io adoro la primavera e devo dire che anche l’inverno ha i suoi lati romantici. A proposito, non so ancora il tuo nome.”.

“Ah già, mi chiamo Gina e ti saluto…devo raggiungere l’ombra di quel grosso ciliegio…altrimenti mi si seccheranno le antenne!”.

“Non ti preoccupare Gina , i raggi primaverili sono dolci, non ti bruceranno le antenne! Arrivederci !” e se ne andò.

Gina si voltò ad osservarla: era proprio un piacere guardare quelle ali scintillanti e il sorriso della farfalla era veramente rassicurante: “Ehi Caterina, scusa ma che cosa avrebbero di bello la primavera e l’inverno?”.

33 Caterina si è posata su un fiore

Caterina si posò su un fiore profumato : “Gina, il bello lo devi trovare tu. Ogni anno le stagioni sembrano riproporre gli stessi paesaggi, gli stessi colori …Sta a noi , con i nostri occhi, catturare nuove sfumature. Occorre avere voglia di osservare ciò che ci circonda con stupore e tutto sembrerà nuovo e unico. Nel tardo pomeriggio io vado sempre a vedere il tramonto nel punto più alto di questa collina e ogni volta mi regala sensazioni diverse. Provaci e vedrai che andranno via anche tutte le tue allergie”.

In effetti  Gina era abituata a lamentarsi per tutto. Non si era mai soffermata ad osservare ciò che la circondava. Era primavera e il prato che la circondava era pieno di fiori dalle corolle coloratissime. Mai notato prima quello spettacolo…e che profumo. Era tutto inebriante. Gina chiuse gli occhi respirando profondamente e per la prima volta si sentiva bene. Dopo un po’ guardò il cielo: era azzurro, pennellato qua e là da piccole macchie bianche e vaporose, sospinte da un leggero venticello. Il colore del cielo contrastava con il verde brillante dell’erba fresca. PER UN ATTIMO GINA SENTI’ QUALCOSA DI MAI PROVATO PRIMA! Si sentiva in ARMONIA con tutto quello che la circondava e magicamente era sparita ogni forma di allergia. Caterina aveva ragione pensò : dobbiamo soffermarci e catturare il bello delle cose !

Arturo, Ottavio, Lele , Nino e Gelsomina avevano ascoltato tutto…ed erano piacevolmente stupiti del fatto che Gina avesse seguito immediatamente il consiglio di Caterina. Anche loro, rimasti colpiti dalle parole della farfalla, si ripromisero di soffermarsi con più attenzione e di godersi tutta quella bella natura che li circondava.

Gina avrebbe voluto tanto ringraziare Caterina, ma la farfalla, pronunciate le sue ultime parole, era volata via.

Dopo un po’ alla chiocciola venne in mente dove avrebbe potuto incontrarla. Al momento del tramonto, Gina si presentò nel punto più alto della collina: Caterina era già lì seduta comodamente e si stava godendo l’inizio del tramonto. La chiocciola, senza dire nulla, si mise a sedere accanto a lei : “Ciao Gina, sapevo che saresti venuta. Sei una brontolona si…ma una brontolona romantica!”.

34 tutti gli abitanti di martino vanno a guardare il tramonto insieme a caterina e gina

Dietro a loro, seduti, si godevano lo spettacolo del tramonto anche Ottavio, Arturo, Nino, Lele e Gelsomina che avevano seguito la chiocciola. Quando il sole fu sostituito dalla luna, andarono tutti da Martino; così il condominio conobbe Gina e Caterina. Erano arrivate altre due amiche.

BENVENUTA PRIMAVERA!

 

LE MAGIE DI MARTINO

E con l’inizio della primavera cominciano le magie di Martino.
Ecco la prima: la fioritura.

37 Martino e la sua fioritura

 

Martino è meraviglioso tutto fiorito e le sue meraviglie attirano coloro che si trovano a passare dalla collina su cui  svetta: uccellini, api, farfalle…….

Tutti si fermano incantati ad ammirarlo.

La seconda magia di Martino avviene a partire da metà maggio in poi: i suoi rami si caricano di tondeggianti e dolci frutti cioè le CILIEGIE!

38 martino e i suoi frutti

Così,  dopo il bianco dei suoi fiori, fra le foglie verdi, compaiono tante piccole pennellate di ROSSO.

 

Adelina e Rosa, benvenuta estate!


21 Giugno, inizio dell’estate. Martino, attaccati ai rami, aveva i suoi ultimi frutti. Che scorpacciate di ciliegie avevano fatto e non solo gli abitanti del condominio, ma tutti gli uccellini e gli altri animaletti che erano passati di lì e si erano rifocillati con i rossi e succosi frutti.
Ad Arturo e Lele venne in mente di organizzare una festa per  dare il benvenuto all’estate. Ne parlarono con gli altri abitanti di Martino, che furono subito entusiasti e pronti per i preparativi: innanzitutto occorreva spedire gli inviti, si perché Arturo voleva condividere le ultime ciliegie con i suoi vecchi amici, quelli del bosco in cui era nato e che aveva lasciato ormai da tanto tempo. Naturalmente non dovevano mancare Sandro, il picchio postino e Beppe il passerotto.

39 preparativi per la festa d estate

Si divisero i compiti: Arturo e Ottavio si occuparono dei biglietti invito: il giorno stabilito per la festa fu il 24 giugno; Gelsomina, con i suoi ferri, si mise a tessere una bellissima tovaglia colorata. Lele doveva raccogliere tutte le ciliegie rimaste sui rami di Martino poi, Nino e Gina, le avrebbero sistemate in un angolo ai piedi dell’albero. Caterina, che era molto delicata e non poteva fare lavori faticosi, controllava che tutti svolgessero il proprio compito e, ogni tanto, li riuniva per fare il punto della situazione sui preparativi.

40 caterina organizza i lavori

Dopo solo due giorni gli inviti furono spediti, le ciliegie raccolte e la tovaglia pronta per essere stesa.
Che emozione : erano tutti agitati e frementi. Arrivato il giorno tanto atteso, Arturo, Lele, Caterina, Ottavio, Gina, Nino, Gelsomina, si prepararono lustrando chi piume, chi aghi, chi antenne, chi zampette, chi le scintillanti ali e chi ancora la folta coda. Anche Martino sembrava aver lucidato le sue foglie: il verde che le tingeva, brillava più del solito.

Disposero la tovaglia gialla con grandi fiori colorati, fatta da Gelsomina, su un tavolo costruito con rami e misero al centro tutte le ciliegie.

41 il tavolo pronto per la festa

Nel tardo pomeriggio cominciarono ad arrivare gli invitati: erano tantissimi e ben presto, attorno a Martino, fu tutto un levare di chiacchiere e risate. L’atmosfera era davvero gradevole.
Arturo, per un attimo, si allontanò dall’allegra compagnia per gustarsi dall’alto quel momento. Si posò su un ramo di Martino e ancora una volta lo ringraziò: era suo il merito della nascita del condominio che ormai dava protezione a tanti animali.
Ad un certo punto, lo sguardo di Arturo, fu attratto da qualcosa che luccicava non molto lontano da lì. Era strano, perché quel luccichio andava e veniva, andava e veniva; ma cosa poteva essere?

42 arturo rimane incantato da un campo pieno di lucciole

Incuriosito spiccò il volo e andò verso quello strano fenomeno. Si fermò vicino a dei ciuffi d’erba che delimitavano un campo di grano: “Ehi, attento, stavi per schiacciarci”.
”Ma chi ha parlato?” chiese Arturo.
”Siamo qui” e subito si accesero due lucine.
”Ma chi siete, come vi chiamate?” disse Arturo.
”Ci chiamiamo Adelina e Rosa, siamo due lucciole”.
”Lucciole? Ma siete magiche, come fate ad accendervi e spegnervi? Siete bellissime!…Dimenticavo, scusate io mi chiamo Arturo e abito su quell’albero insieme ad altri amici” e l’uccellino indicò Martino.
Le lucciole risposero che non erano magiche, semplicemente erano fatte così, era nella loro natura fare luce.

43 adelina e rosa annunciano l arrivo dell estate
”Ma cosa fate qui tutte sole? Venite alla festa ai piedi dell’albero, siamo in tanti, conoscerete nuovi amici.” propose Arturo.
”Ma noi non siamo sole. Vai un po’ più avanti: vedrai, siamo tantissime!” dissero Adelina e Rosa.
Arturo non se lo fece ripetere; con due battiti di ali si alzò e subito gli mancò il fiato: davanti a lui c’era uno spettacolo strabiliante. Sembrava che tutte le stelle avessero preso una pausa dal cielo e si fossero adagiate vicino al campo di grano.
Appena l’uccellino si riprese dall’emozione, andò subito a chiamare tutti gli amici. Doveva assolutamente condividere quella meraviglia.
Grazie Adelina e Rosa e benvenuta Estate!