Se casco dentro una storia

Scheda tecnica

Il percorso si propone di sviluppare le seguenti competenze:

cercare di creare un clima accogliente in cui tutti si sentano a proprio agio;

rispettare i difetti, le insicurezze, le idee e i modi di esprimersi di ogni compagno;

avere la consapevolezza che il lavoro di ogni componente è importante per la buona riuscita del lavoro dell’intero gruppo. Non affrontare con impegno il lavoro significa compromettere il buon esito del lavoro di tutti;

sperimentare le molteplici possibilità espressive del corpo e della voce;

saper rappresentare una situazione attraverso la mimica facciale e la gestualità;
 
favorire lo sviluppo delle competenze linguistiche, logiche, spaziali.

 

Materiale utilizzato:


computer
fogli A 4
pennarelli
pennelli
tempere
lenzuola
cartoni di recupero
materiale di riciclo recuperato presso “Re Mida” Centro di riuso creativo degli scarti aziendali (presso Calderara di Reno – Bo).

 

Luogo di realizzazione:


palestra, classe, aula di informatica.

 

Modalità di realizzazione:

1° INCONTRO: Lettura alla classe dell’incipit di una storia sul Natale. La classe è invitata a proseguire la storia.

2° INCONTRO: continuazione della storia.

3°INCONTRO: trasformazione della storia in libro con illustrazioni.
La classe  si organizza come una “casa editrice” con suddivisione in gruppi e distribuzione degli incarichi: battitori del  testo a computer, correttori di bozze, grafici, illustratori , addetti stampa

4°INCONTRO:  continuazione dei lavori per costruzione libro.

5°INCONTRO:  continuazione dei lavori.

6° INCONTRO: rilegatura pagine e creazione di un telo- sfondo con tempere

7° INCONTRO: lettura e riflessione delle storie: “Guizzino” di Leo Lionni (Babalibri) “Che confusione dentro il bosco” di Cristina Bonazzi.

8°INCONTRO: sulle  due storie lette nel precedente incontro  viene fatta un’analisi : dei personaggi, delle loro emozioni, dei luoghi in cui si svolgono le storie.
L’approfondimento delle due storie serve per organizzare la drammatizzazione, da parte della classe, delle due storie.

9°INCONTRO: assegnazione delle parti  ai bambini/e , scelta delle musiche, scelta dei costumi, scelta delle  scenografie.

10° INCONTRO: preparazione scenografie e inizio prove

11°INCONTRO: completamento scenografie e prove

12° INCONTRO: preparazione costumi e prove

13°- 16° INCONTRO: prove.

 

Se casco dentro una storia?

0 se casco dentro una storia

…E se casco dentro una storia?
No, non ci casco, c’è il sole e vado fuori a giocare!
…E se piove?… Dai resto a casa e casco dentro una storia.
Mamma mia che paura, chissà cosa incontro?
A volte le storie sono così lunghe che mi fanno venire sonno.
Allora mi aggrappo alla poltrona, così non ci casco!
Ma se cascandoci incontrassi personaggi emozionanti
e luoghi nuovi assai intriganti?
Beh, sarebbe come fare un viaggio
rimanendo comoda nella mia poltrona preferita:
ho deciso ci casco dentro!

Appunti di viaggio


La classe impegnata in questo percorso, era una quinta. Conoscevo il gruppo da quattro anni e avevamo già fatto insieme tanti percorsi affrontando tematiche di vario genere (es. gestione della rabbia, diversità), sperimentando molteplici tecniche espressive.
Mancava ancora  un canale espressivo, quello che coinvolge  il corpo nella sua totalità: il teatro.

Così partendo dalla creazione di una storia e dalla sua trasformazione in libro, i ragazzi sono arrivati sul palcoscenico del teatro della scuola.
Ho inventato l’inizio di una storia natalizia (il percorso è  partito a metà ottobre) poi ho proposto ai ragazzi di continuarla, tutti insieme. Durante il brain storming  per la raccolta delle idee, è nata una discussione sull’esistenza o meno di Babbo Natale. In quinta elementare la maggior parte dei bambini dice di aver scoperto che sono i genitori a fare i regali. Ma qualcuno si fa ancora cullare dall’idea che esista e che la Vigilia di Natale sia un giorno magico in cui possono succedere cose magiche.
La cosa stupefacente era vedere come, piano piano, alcuni bambini decisamente convinti dell’inesistenza di Babbo Natale mettessero in discussione la loro idea .
Attraverso il confronto è nato il testo della storia cioè, le loro perplessità o convinzioni sul tema, sono diventati i dialoghi dei vari personaggi.
E il titolo della storia ben rappresenta la sintesi dei loro confronti: “Se Babbo Natale non arriva, che Natale è?”
Una volta completata la storia  è venuta la voglia  di trasformarla in libro.
Per questo lavoro  la classe doveva trasformarsi in  una “casa editrice”.

A questo punto  si sono suddivisi in gruppi e a ciascun gruppo è stato assegnato uno dei seguenti compiti:

battitura a computer della storia;
correzione delle bozze;
illustrazioni storia e copertina;
impaginazione /grafica;
pubblicità della storia e vendita al mercatino di Natale della scuola (addetti stampa).
documentazione fotografica dell’intera esperienza.

Seguono alcuni momenti del lavoro:

 La storia “Se Babbo Natale non arriva, che Natale è?”  4 le copie pronte per la vendita

 

Seconda parte del percorso


Dopo l’esperienza della realizzazione di un racconto, la classe si è cimentata con la drammatizzazione di due storie:  “Guizzino “ di Leo Lionni e “Che confusione dentro al bosco” scritta da me.

Avevo scelto “Guizzino” perché uno dei messaggi importanti che emerge dalla storia è: “l’unione fa la forza”, stare tutti uniti per cercare di superare meglio le difficoltà.

Poiché la tendenza di questa classe era sempre stata quella di essere disgregata e non di rado aleggiava  un’atmosfera di alta competitività, anche nel corso dell’ultimo anno di scuola elementare, avevo deciso di lavorare sull’importanza dell’unione del gruppo e sulle risorse che nel gruppo , se ben compatto, il singolo individuo può trovare.
La seconda storia proposta, “Che confusione dentro il bosco”, l’ho scelta perché il messaggio che vuole portare è : arriva sempre un’occasione per poter cambiare modo di essere , per poter “togliere” l’etichetta che ci è stata  destinata e attaccarne un’altra decisa proprio da noi. Non siamo obbligati ad essere “per sempre” come ci vedono gli altri o come “da sempre” vediamo noi stessi.

Il racconto l’avevo scritto per il bambino che da quattro anni seguivo in quella classe e dal quale mi doveva congedare a fine anno scolastico in quanto si concludeva, per lui e per i compagni, il ciclo della Scuola Primaria.

 

Una volta lette le storie occorreva proprio “cascarci dentro” , lasciarsi intrappolare per elaborarle, farle proprie e renderle accattivanti (per un eventuale pubblico) con scenografie, musiche, movimenti del corpo, giochi di voce, travestimenti.
In effetti era stato deciso di presentare la drammatizzazione ai genitori e ai bambini delle altre classi della scuola.
Il lavoro è stato lungo e a volte faticoso ; monitorare una “compagnia teatrale formata  da 20 attori è impegnativo:  non sono mancati i litigi , le discussioni e  musi lunghi. Ma con l’aiuto e la mediazione dell’adulto, c’è sempre stata la voglia di chiarirsi e di arrivare ad un punto di accordo.
Ormai erano consapevoli del fatto che la serietà con cui ognuno di loro  portava avanti il lavoro e un’atmosfera serena, erano necessari per la buona riuscita del lavoro dell’intero gruppo.
Anche chi aveva fragilità e timidezze, è riuscito a mettersi in gioco e a contenere le proprie ansie per non compromettere il lavoro di tutti.
Ovviamente nella distribuzione dei vari personaggi si è tenuto conto delle caratteristiche  personali e di eventuali problemi di inibizione.
Queste sono attività in cui ci si deve mettere in gioco , certo, ma senza che si creino  blocchi o momenti di panico. Il contesto deve rimanere sempre piacevole e sereno.  Piano piano le storie hanno cominciato a prendere forma e i bambini/e provavano  molta soddisfazione.

 

Questi alcuni momenti delle prove:

 

Questi alcuni momenti del “dietro le quinte”:

Infine c’è stata l’emozione del palco…Bellissima esperienza! Tutti bravissimi!